La musica, o semplicemente un suono, si può ottenere mediante una registrazione digitale di un suono e di questo parliamo nell’articolo sul campionamento. In tal caso il file conterrà proprio la registrazione e, una volta riprodotto, ci farà ascoltare esattamente quanto è stato registrato.

Alternativamente è possibile memorizzare, all’interno di un file, non la registrazione, ma le indicazioni per l’esecuzione di una musica, come una sorta di spartito musicale. In tal caso il file, detto file MIDI, non conterrà una registrazione effettiva ma, una volta riprodotto, ci farà ascoltare la musica con gli strumenti digitali a disposizione in quel momento.

Il protocollo MIDI

Il MIDI (Musical Instruments Digital Interface) è un protocollo di comunicazione fra strumenti elettronici.

Questi strumenti si scambiano informazioni, dette messaggi MIDI. I messaggi MIDI riguardano ad esempio la frequenza delle note da suonare, con che strumento suonarle, con che durata, con che intensità e così via.

Gli strumenti possono essere dotati in partenza di interfaccia MIDI, come alcune tastiere musicali, alcuni sintetizzatori o un computer.

Gli strumenti possono essere adattati per inviare messaggi MIDI, come pianoforti, chitarre, violini, batterie e così via. In tal caso vengono dotati di un controller MIDI, come può essere ad esempio un pick-up esafonico per chitarra, ossia di un microfono per ciascuna corda della chitarra, che rileva i suoni e le loro caratteristiche, li converte in messaggi MIDI e li invia.

Inoltre le informazioni possono essere salvate in un file MIDI, ossia un file di tipo audio che contiene le informazioni per eseguire un brano musicale; semplificando potremmo dire che contiene lo spartito (e non dunque la registrazione come un file .wav o .mp3).

Dagli anni ’80 del XX secolo ad oggi si è imposto lo standard General MIDI (GM). Sul sito della MIDI Association è disponibile la tabella dei suoni General MIDI in cui si possono vedere le corrispondenze (fra strumento musicale e numero che lo rappresenta) che sono (lo ripeto sempre) alla base del digitale (dove tutto viene trasformato in numeri per essere gestito da un computer e poi ritrasformato in output intellegibili ossia fruibili da un essere umano).

Software che sfruttano il MIDI

I software che elenchiamo qui di seguito fanno solitamente parte delle DAW (Digital Audio Workstation), di cui parliamo nel nostro articolo musica al computer: software e formati file.

Un sequencer MIDI è un software che permette di organizzare l’esecuzione di un brano musicale a partire da un file MIDI, mostrando a video lo spartito musicale e permettendo di intervenire, durante l’esecuzione stessa, sui messaggi MIDI modificandoli.

Un notation software è invece un programma che permette di compilare automaticamente uno spartito a partire da una fonte MIDI. Questa fonte può essere un file MIDI o, più comunemente, uno strumento MIDI collegato al computer stesso mediante un cavo MIDI.

Fra le caratteristiche di alcuni notation software le funzioni di quantizzazione (quantize) e di umanizzazione (humanize).
La quantizzazione permette di correggere alcune imperfezioni ritmiche (come piccoli ritardi o variazioni rispetto allo spartito), rendendo l’esecuzione aderente a quanto scritto, mentre l’umanizzazione opera al contrario aggiungendo piccoli ritardi e dunque “personalizzando” l’esecuzione (a volte anche imitando in questo lo stile di un determinato esecutore).

 

Bibliografia: Rossignoli, N., Introduzione al digitale, Lampidistampa, Milano, 2008

Immagine: Foto di Nikita Khandelwal da Pexels